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Intervista a...

Ci sono persone che vivono la propria giornata sempre a 1000 e così anche le proprie passioni. E’ una figata perchè puoi parlare di mille argomenti e ti senti sempre di avere a che fare con uno specialista del topic, una specie di MMA della batteria con cui confrontarsi per crescere ed esplorare nuove possibilità espressive. Oltrettutto le persone così attive sono anche contagiose, un esempio? Quando torni da una chiacchierata con una persona così ci metti 5 minuti in meno ad arrivare a casa! Ahahahaha! Battute a parte.... Signore e Signori ecco a voi....

Corrado Bertonazzi, musicista piacentino noto per aver creato un canale sul web seguito abitualmente da diverse migliaia di persone che si occupa a 360 gradi di batteria e batteristi.

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Luca: hola Amigooooo (cit. Dado Vlog)!!!!!!! Ciao Dado! Grazie per aver trovato il tempo per questa chiacchierata! Come stai?

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Dado: benissimo, sono appena tornato da una vacanza in Sardegna rigenerato per i prossimi lavori.

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Luca: dico subito che questa è un’intervista difficile perchè so già in partenza che alla fine non ti avrò chiesto qualcosa.... allora ti dico molto strategicamente: fatti una domanda e dacci una risposta!

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Dado: ok… cosa bolle in pentola nei prossimi mesi? In primis sta per uscire il mio primo libro didattico, parliamo di fine Ottobre, che si chiamerà guarda caso “suonare la batteria” ed è un manuale più audio e video rivolto a chi parte da zero. Un lavoro di cui sono molto fiero, esce per Dantone edizioni e sarà distribuito nei negozi fisici e virtuali da Volonte’. Poi a Novembre sarò in tour con Immanuel Casto per una serie di date nei club a supporto del nuovo album e a Dicembre ho organizzato una serie di appuntamenti in Italia con una leggenda della batteria, oltre che mio idolo, Dom Famularo. Si tratta di alcune masterclass e clinic specifiche sulla tecnica. Sono carico!


Luca: sei un batterista sempre a 1000! Nonostante i video, le lezioni, i concerti e la famiglia... Avendo una sola ora al giorno da dedicare alla batteria che programma consiglieresti? (Tenendo conto delle necessità tecniche e necessità di crescita professionale)

Dado: bisogna vedere da che base si parte e quali sono i punti deboli ma direi sicuramente un workout tecnico per mani e piedi, un minimo di indipendenza e poi lavorare sui brani, ma nel dettaglio, non in maniera superficiale.


Luca: dopo tanti anni di carriera pensi di aver finalmente trovato il tuo suono? Se si come l’hai raggiunto?

Dado: il suono si perché ho un background musicale consolidato che preferisco, ma ogni giorno scopro nuove cose. Penso che suonare e registrarsi spesso sia il modo migliore per conoscersi a fondo.

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Luca: Ti capita spesso di sostituire batteristi e collaborare con diversi progetti, per questo hai sviluppato un ottimo sistema di scrittura per le chart. Ci puoi dare qualche consiglio?

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Dado: Ho fatto alcuni video al riguardo sia su come creare le chart in maniera semplice o come imparare un repertorio al volo, ti lascio i link: clicca QUI trovate tutte le dritte nel dettaglio... (grazie mille! Ndr)


Luca: hai avuto a che fare (e i numeri dei tuoi video dicono che continua ad essere così) con migliaia di utenti, grazie a questa continua interazione sei riuscito ad identificare uno o più trend? Qualcosa cioè che ci aiuti a capire cos’è cambiato nelle esigenze del mercato e dei batteristi di oggi?

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Dado: le esigenze sono molto differenti, c’è ormai molta conoscenza, più di quello che crediamo e c’è molto più accesso per tutti, considerati i prezzi del mercato di oggi degli strumenti.

Inoltre il web offre di tutto, ma proprio questa grande offerta può essere dannosa, perché bisogna essere in grado di filtrare ciò che va bene e ciò che non è realmente utile all’obiettivo.

Quello che cerco di fare nel mio piccolo e di cui sinceramente sento la responsabilità, considerato che molte persone fanno realmente affidamento su quello che pubblico, è fornire temi e informazioni di qualità finalizzati a creare uno scambio e stimolare l’interazione.

Ad esempio nel gruppo Facebook “suonarelabatteria”, che ho creato a fine didattico, c’è un sacco di gente preparata che offre consigli e aiuta gli altri a trovare soluzioni. Questa è la mentalità che il web dovrebbe sostenere per essere realmente sfruttato in modo positivo.

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Luca: Dado, secondo te, cosa si aspetta un compositore dal batterista?

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Dado: tranquillità quando si suona insieme. Noi non dobbiamo impressionare i batteristi nel pubblico, dobbiamo impressionare i musicisti che suonano con noi, farli stare bene, senza mandarli fuori strada perché vogliamo farci vedere. Naturalmente dipende dal contesto ma il concetto è sempre il medesimo.

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Luca: una domanda che spero non sia fraintesa: quanto merito c’è nella fama di un batterista? Pensi che siano i demiurghi del mainstream a gestire le sorti dei comuni mortali o pensi invece che esista ancora la possibilità di imporsi per merito?


Dado: penso di si ma il livello è alto e gli spazi pochi, bisogna dare il 110% musicalmente, essere svegli, avere attitudine, mentalità positiva, motivazione costante e poi sicuramente anche stare con le persone giuste. Per me quelli che lavorano di più, almeno batteristi italiani, se lo meritano eccome. Comunque la fama non credo debba essere un obiettivo, quella semmai arriva come conseguenza del lavoro e dei risultati.

 

Luca: ho constatato un fenomeno diffuso: quando la musica diventa un lavoro capita che il batterista si trasformi in un operaio, come se si aprisse una bottega per accontentare i clienti. Cos’è che può spegnere la fiamma dell’entusiasmo?

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Dado: anche per me lo è stato e nel mio caso era la totale assenza di stimoli musicali. Per altri potrebbe essere l’ambiente, la routine o il repertorio… penso egoisticamente che bisognerebbe sempre chiedersi:”mi diverto ancora a farlo? Sto imparando dai musicisti con cui lavoro? Posso migliorare?”. Altrimenti passi anni in una situazione e il tempo passa inesorabile. Questo lavoro invece è un privilegio e bisogna fare di tutto per essere sereni.


Luca: quali sono le tue armi segrete in studio e live?

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Dado: armi? Non saprei, io cerco di fare al meglio le cose semplici, con l'obiettivo di essere funzionale al massimo al repertorio o all’artista. Niente di particolare, molto lo impari facendo e sbagliando.

Luca: la verità dietro alle pelli è che ci vuole una grande organizzazione, come hai strutturato la tua attività artistica?

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Dado: non è facile perché il web mi assorbe tantissimo tempo, studio un paio d’ore ogni giorno, faccio i video, insegno, ho tre figlie, faccio live e ho mille progetti… Cerco di seguire delle routine giornaliere e settimanali dove stabilisco delle priorità al lavoro da fare, sono molto organizzato ma non potrei fare altrimenti.

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Luca: cos’ha veramente influenzato la tua personalità musicale?

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Dado: sicuramente il mio background musicale, ma da quando sono online con il mio progetto ho cambiato molto il mio approccio perché sento la necessità di essere più preparato, di imparare di più e meglio, quindi sono ancora in un processo in corso.

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Luca: hai un range di competenze enorme, questo ti permette di riconoscere stili e musicisti di riferimento. Ti è mai capitata la sindrome del “plagio eterno”? Per intenderci, quella brutta sensazione di aver riempito il sacco di conoscenze e non riuscire a sentirti originale.

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Dado: sicuramente quando studi hai dei riferimenti precisi ed è rischioso perché è facile copiare. Essere originali è veramente difficilissimo, per questo amo batteristi come Ringo, Larry Mullen o Chad Smith, che non saranno i migliori ma li riconosci tra mille. Penso che sia tutto un fatto di mentalità, di approccio. Per quanto mi riguarda penso di avere una maturità tale da non farmi troppo impressionare dalle mode o gli stili del momento, ma in passato sicuramente è successo e questo può aver rallentato il mio percorso.

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Luca: quando ascolti un batterista che cosa cerchi di cogliere?

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Dado: in genere la prima cosa che mi colpisce è il suono. Suono inteso anche e soprattutto come groove. Se un batterista è un mostro di tecnica ma ha un brutto suono è difficile che mi entusiasmi. Alcuni batteristi che al primo ascolto mi hanno ammazzato sono Aaron Sterling, Abe Laboriel jr o Adam Deitch.

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Luca: secondo te come si sta evolvendo la storia della batteria? Che esigenze hanno i nuovi batteristi e compositori?

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Dado: i batteristi per emergere devono avere tutto quello che serve, suono, timing, preparazione tecnica, ma soprattutto personalità. Perché il mondo è pieno di ottimi batteristi e per fare la differenza bisogna saper andare controcorrente o migliorare qualcosa che è già stato fatto in passato. Prendi Mark Guiliana, Ilan Rubin o Keith Carlock, li riconosci subito e nel loro modo sono super innovativi.

I compositori credo cerchino questo tipo di musicisti, altrimenti continueranno ad usare i software se non sentono la differenza.

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Luca: quali sono gli elementi che ti distinguono dagli altri batteristi e come ci hai lavorato?

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Dado: studio quello che mi piace e che credo sia utile per ampliare il mio bagaglio. In questo momento lavoro moltissimo sulla tecnica per cercare di fare uno step avanti. La finalità è avere più facilità e sicurezza nel mettere in note quello che ho in testa. Una cosa che faccio inoltre è dedicare alcune sessioni di studio a cose che definirei creative, ma che potrei non mettere mai in pratica concretamente. Ad esempio lavoro tanto con l’elettronica, studio i software… mi tengo pronto alle novita’ con mentalità aperta.

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Luca: quando devi scrivere una parte di batteria come organizzi il lavoro?

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Dado: ascolto il brano un paio di volte e poi faccio una chart come nel video di cui parlavo prima.

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Luca: come imposti il lavoro didattico? Crei un metodo personalizzato o segui un modello predefinito?

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Dado: ognuno ha il proprio percorso, ci sono cose comuni certamente ma non tutti gli allievi hanno le stesse esigenze, gli stessi obiettivi e lo stesso tempo a disposizione. È necessario che ognuno venga seguito in maniera leggermente diversa, anche in base ai momenti psicologici che vive lo studente.

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Luca: ma tu che batterista sei e perchè? Suoni talmente tanti generi, conosci talmente tanti stili.... Ho qualche sospetto ma dicci tu!

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Dado: sono uno come mille, ma cerco di fare le cose bene e non ho intenzione di limitarmi a quello che conosco oggi. In Italia continuo a scoprire batteristi ottimi che non sono ancora emersi ma sanno fare di tutto. Io devo ancora lavorare molto.

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Luca: si parla spessissimo di fraseggio, melodia e armonia sulla batteria... I parametri teorici di queste definizioni non sono facilissimi da calzare sulla batteria. Come tradurresti questi termini per i novizi?

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Dado: credo sia un linguaggio tipicamente vicino al jazz, all'improvvisazione o al drum solo, dove il batterista non si limita a suonare note, ma crea una vera e propria composizione. Fuori dal jazz amo il solismo di Benny Greb, Simon Phillips, Stanton Moore o Gavin Harrison. Questi musicisti suonano la batteria con un approccio che va oltre il ritmo, cercano la musica.


Luca: tre domande “di rito”: come nasce una parte di batteria?

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Dado: dipende da tanti fattori, ma è fondamentale trovare un groove che sia funzionale, anche semplice, ma che faccia battere il piede.

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Luca: come definiresti il tuo stile compositivo?

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Dado: non saprei definirlo…

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Luca: che ruolo ha la batteria in una composizione?

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Dado: lo stesso che hanno le fondamenta in una casa.

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Luca: Dado, ti ringrazio tantissimo per la chiacchierata che ci hai concesso! E’ stato un vero piacere, torna a trovarci quando vuoi, mi raccomando!

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Dado: Grazie a te Luca e un saluto a tutti i batteristi italiani.

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