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In questa nuova intervista ho il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Federico Loddo (in arte Shaman). Federico Loddo nasce ad Oristano, Sardegna, il 17 Ottobre del 1979. Sin dall'infanzia il suo approccio con la musica è con le percussioni e le tastiere ma scopre ancora giovanissimo la sua vera vocazione che sfocia nello studio della chitarra sia classica che moderna. Per affinare la sua tecnica sia compositiva che strumentale si affida a Maestri del calibro di Steve Vai e Paul Gilbert, per citarne solo alcuni. Occasionalmente studia col M°Andrea Cutri. Al momento è impegnato con il progetto elettroacustio 2RuN, dopo varie esperienze di band (tra le quali  Tracy Grave per il quale è stato chitarrista turnista) che l’hanno fatto maturare come musicista. Questo ha fatto si che nascessero nuove idee musicali che l’hanno portato alla composizione di musiche inedite (avvalendosi di varie collaborazioni che hanno arricchito il progetto), alcune delle quali sono già state registrate in studio e altre sono attualmente in fase di registrazione. 

Cuffie, carta e penna... si va a prendere un caffè con Shaman!

Luca: ciao Federico, è un piacere fare una chiacchierata con te! La primissima cosa che vorrei chiederti è relativa alla tua decisione di comporre a 432 Hz. Nella scelta delle frequenze del drumset ti appoggi a questo sistema o ti affidi alla tradizione?

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Federico: cerco di avvalermi quanto più possibile al sistema a 432 Hz.  La batteria ed il relativo drumset è la struttura portante e fondamentale del brano, pertanto se gli strumenti sono tarati ed accordati alla frequenza di 432 Hz (che utilizzo da circa 10 anni, dal 2009) inevitabilmente tutto l'apparato strumentale dev’essere adeguatamente accordato. Spesso molti batteristi prestano poca attenzione a questo aspetto, che a mio avviso invece ha un importanza strategica per il buon esito dell'esecuzione sia nei live che nelle sessioni di prove e, ancor più, in studio. Di fatto ogni parte della batteria quando viene percossa emette una vibrazione che quindi corrisponde ad una frequenza precisa. Con dei semplici calcoli matematici è possibile determinare l'esatta frequenza con cui accordare a 432 Hz ciascun fusto sulla base di una tonalità o scala in linea con le principali tonalità e scale utilizzate dagli altri strumenti nei brani. Per i piatti il discorso potrebbe complicarsi un poco, perché in genere vengono realizzati e tarati a 440 Hz. 

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Luca: veramente interessante... mi è capitato diverse volte di lavorare con artisti che utilizzano l’accordatura naturale a 432 Hz ma tu sei l’unico che coinvolge anche il drumset in questo rito Sciamanico. Hai trovato negli anni una scelta dei legni e diametro della batteria che riesca a soddisfare le tue ricerche?

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Federico: purtroppo ancora no! È difficile trovare batteristi coraggiosi che amino sperimentare, rimettendo in discussione tutto il background e le pregresse esperienze per reimpostare da zero un nuovo assetto strumentale basato su questo sistema di accordatura. Assieme ad un amico, un fisico, abbiamo semplicemente affrontato la

Federico Loddo - Guitar Player _.jpg

questione eseguendo semplici calcoli matematici per determinare in che maniera accordare le pelli (battente e risonante) di ciascun fusto del drumset. Ovviamente, l'ideale sarebbe una adeguata scelta di legni, misure, pelli, nonché piatti affinché il tutto suoni e risuoni in maniera congrua secondo il sistema a 432 Hz. Questo vale anche per il mio strumento, la chitarra, che semplicemente ho accordato a 432 Hz, ma diverso è se già in fase di costruzione tutto viene studiato, tarato e commisurato secondo il sistema a 432 Hz (questo è esattamente ciò che veniva fatto per i noti violini Stradivari, concepiti e costruiti secondo l'accordatura naturale a 432 Hz). 

Luca: la tua evoluzione musicale ti ha spinto ad esplorare l'Industrial Metal (non mi piacciono le etichette, ma qualche indicazione è sempre utile), la scelta del sound della batteria che legame ha con questo genere?

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Federico: ha un forte legame. Ogni genere ed ogni stile ha dei connotati caratteristici il cui perfezionamento e studio ne esalta qualitativamente il risultato generale a livello di sound. È chiaro poi, che non ci sono limiti alla sperimentazione e che in fondo tutto si riduce ad una mera questione di gusti, ma di fatto, considerando l'aspetto fisico, di come si comportano le frequenze di ogni strumento, quindi di come dovrebbe essere l'equalizzazione ottimale per un più efficiente risultato sonoro, ci sono dei parametri da cui non si può prescindere; ecco perché l'utilizzo di certe pelli fatte appositamente per il metal, piuttosto che altre adatte per fare rock o blues, si rivelano necessarie, così come necessaria è l'accordatura delle pelli ad hoc per risaltare determinate frequenze, nonché la scelta dei piatti. Cerco di chiarire meglio facendo un semplice parallelismo come esempio: 
se sono un amante dell'escursionismo e del trekking devo necessariamente scegliere un abbigliamento adeguato, quindi le scarpe, e calze, maglia e pantaloni che vengono concepiti per la miglior comodità possibile, non sono quindi propriamente adatti scarpe da tennis, o da footing con abbigliamento da corsa; posso anche riuscire a fare il percorso di trekking, ma potrei trovare qualche difficoltà o scomodità. Ecco, il sound su un genere musicale preciso richiede lo stesso tipo di attenzione ai dettagli e al raggiungimento efficiente del risultato. 

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Luca: ti capita di scrivere avendo un batterista di riferimento o pensi all'opera nel suo insieme e la batteria è un elemento dell'insieme?

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Federico: principalmente penso all'opera nel suo insieme, concependo e considerando la batteria una porzione fondamentale dell'insieme. È raro che, quando compongo le parti di batteria, io lo faccia pensando ad un batterista specifico, perché cerco sempre di dare forma all'idea che ho in mente e quindi lavoro per ottimizzare gli accenti, gli attacchi cercando di dare un senso non banale alle varie ritmiche e linee melodiche. 

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Luca: so che tra i vari progetti vanti anche diversi lavori da solista. Ti andrebbe di invitare i nostri amici compositori a scrivere qualche parte di batteria per i tuoi lavori? Potresti pubblicare una partitura senza batteria e dare indicazioni sul risultato che vorresti ottenere, a me capita spessissimo di lavorare in questi termini per degli artisti.

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Federico: assolutamente si, con molto piacere! Lo scambio con altri musicisti non può che essere fonte di arricchimento sempre e comunque per un artista. 
Qui di seguito un link dove trovare la partitura di chitarra di un mio brano: Tribal Spirit ©
Per quanto riguarda le indicazioni, in questo contesto preferisco lasciare libera interpretazione ai batteristi che desiderano cimentarsi in un arrangiamento sul mio brano, ma per chi lo desidera è possibile  trovare il brano completo sul mio SoundCloud: Tribal Spirit (grazie mille per la condivisione!! ndr)

Luca: quando lavori con turnisti in studio, come imposti il lavoro e cosa ti aspetti dal batterista (oltre ad aver fatto i compiti a casa)?

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Federico: innanzitutto cerco di far entrare “nel mio mondo” le persone con cui scelgo di collaborare, scelta che avviene in base a fattori stilistici, al genere musicale, alla professionalità e, in ultimo ma non meno importante, all'aspetto umano: se manca un minimo di affinità, la collaborazione risulta sterile e fine a se stessa; dai miei collaboratori (quindi non solo dai batteristi.. ) cerco desidero ed apprezzo la capacità di carpire  l'intenzione delle musiche, entrare nel contesto e interpretare il brano facendolo proprio. In questo modo non ne risulta più, quindi, una mera collaborazione, ma diventa una condivisione ed uno scambio, ed il “turnista” non è più solo tale, ma partecipa attivamente a dar forma e colore all'opera interpretando la mia visione. 

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Luca: a questo punto, ecco le consuete tre domande “di rito”:
Come nasce una parte di batteria?
Come definiresti il tuo stile compositivo?
Che ruolo ha la batteria in una composizione?

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Federico: oh! Una bella trilogia di domande..

cercherò ora di risponderti adeguatamente. Procediamo quindi in ordine.

Come nasce una parte di batteria? è una domanda che potrebbe generare una vastità di risposte.

A rischio di sembrare banale, posso dire che semplicemente nasce; molte volte ho dei ritmi in testa,

ritmi anche complessi e cerco di trascriverli. Li ascolto e suono mentalmente e in genere richiamano

ritmiche e melodie, ma il più delle volte accade esattamente il contrario, quindi ho dei riffs di chitarra e/o basso

che automaticamente richiamano un ritmo. A questo punto, una volta trascritto le idee principali di chitarre

e basso, la batteria vien da sé, inizialmente butto giù gli accenti principali, come fosse un diamante grezzo e

pian piano vado a curare le piccole sfumature; ciò spesso determina la nascita di nuove idee per ottimizzare

gli altri strumenti: è come se scaturisse una sorta di dialogo in divenire e l'idea iniziale prende una direzione

diversa, inaspettata ma che per me è sempre una piacevole sorpresa.                                    

Come definiresti il tuo stile compositivo? anch'io come te, amo poco le etichette e sinceramentenon saprei come definirlo e come

definirmi anche perché a dire il vero non mi sono mai soffermato a capire quale potesse essere davvero il mio stile o il mio genere, non l'ho mai ritenuto importante ; in fondo sono dei formalismi, che tuttavia riconosco che in determinate circostanze e contesti, hanno un ruolo importante. Sul lato compositivo cerco sempre e soltanto di esprimere le mie emozioni, i miei sentimenti e stati d'animo attraverso accordi, melodie e sonorità che mi rispecchiano e risuonano di momento in momento.  Lascio che siano gli altri a definirmi sulla base del loro personale sentire, come un pittore difficilmente definisce la sua opera, ma lascia che chi la contempla lo faccia in base alle sue percezioni. 

Che ruolo ha la batteria in una composizione? come ho detto in precedenza, ritengo che la batteria, così come in generale, tutti gli strumenti a percussione, hanno un importanza fondamentale perché determinano e regolano il ritmo. Il ritmo è presente sempre e comunque anche in assenza dello strumento percussivo; non possiamo prescindere dal ritmo, esso è presente nel nostro organismo (ritmo cardiaco e respiratorio), nella nostra vita quotidiana (il ritmo degli impegni lavorativi e non … ).  Anche se il mio strumento principale è la chitarra, ho sempre avuto un legame, un amore speciale con la batteria; mi ha sempre affascinato lo strumento e lo considero come le fondamenta ed i pilastri portati all'interno di un brano e in generale in un ensemble musicale. 

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Luca: Shaman, ti ringrazio per la bella chiacchierata e per la condivisione. Torna a trovarci e tienici aggiornati sui tuoi lavori futuri! Ti lascio ai saluti, a te la chiusura.

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Federico: grazie a te Luca per avermi gentilmente ospitato in questa rubrica, un'iniziativa davvero interessante che non mancherò di sostenere. Resto in attesa degli arrangiamenti e a disposizione per tutti i batteristi che vorranno cimentarsi nel mio brano. Tornerò senz'altro a trovarvi volentieri e ringrazio tutti voi che avete dedicato il vostro tempo, per conoscermi, almeno in parte, grazie a questa intervista.

 

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